VENTASSO (Reggio Emilia) – Non bastava il cambiamento climatico che ha accorciato la stagione invernale in montagna alzando la media delle temperature, ci voleva anche l’incubo Coronavirus per mettere in ginocchio la stazione sciistica del Cerreto, fino a pochi anni fa fiore all’occhiello in regione per quanto riguarda il turismo bianco.
“Cerreto di questi tempi è una località triste quanto preoccupata – spiega Marco Giannarelli, responsabile degli impianti -, siamo fermi da un mese, senza contare che la stagione, prima del Covid, era stata un disastro. Le difficoltà sono enormi, parliamo di una operatività bassa da circa dieci mesi. Una grossa incognita ora riguarda la libera circolazione dei turisti, noi siamo una località di confine, il 90% dei nostri utenti proviene dalla Toscana e dalla Liguria”.
I numeri parlano chiari. Nello scorso anno si sono potuti sfruttare solo 20 giorni di stagione turistica contro una media nelle precedenti stagioni di 120. All’Abetone invece hanno fatto un centinaio di giorni di stagione prima dello stop per coronovarus. Eppure il clima è lo stesso. La differenza la fanno gli investimenti sulle infrastrutture. “L’attrattività dipende da una migliore offerta turistica”, afferma Alessandro Zampolini.
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