REGGIO EMILIA – Aiuti alle imprese e ai lavoratori che devono affrontare una crisi economica dovuta al coronavirus. Lo prevede il decreto cosiddetto “CuraItalia”. Nell’ultima settimana sono state circa mille le imprese reggiane che hanno fatto domanda di ammortizzatori sociali.
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Nel giro di tre giorni, soltanto per quanto riguarda il settore metalmeccanico, sono stati 260 gli accordi di cassa integrazione ordinaria firmati nel territorio reggiano. Un numero che dà l’idea dell’impatto di una crisi al tempo stesso sanitaria ed economica. Il governo ha potenziato la cassa integrazione ordinaria estendendola ai lavoratori di tutti i settori, in servizio al 23 febbraio. Per i dipendenti delle aziende non coperte da tale strumento sono stati stanziati fondi per un miliardo e trecento milioni, che verranno distribuiti dalle regioni. All’Emilia-Romagna spettano 111milioni, per una platea di 223mila potenziali beneficiari, 25mila dei quali in provincia di Reggio.
“Sono previste 13 settimane di cassa integrazione in deroga – spiega Valerio Bondi della segreteria Cgil, responsabile contrattazione e ammortizzatori sociali -, il periodo va dal 23 febbraio al 31 agosto, sono coinvolti tutti i settori che normalmente non sono coperti dalla cassa integrazione ordinaria e le aziende da 1 a 5 dipendenti”.
Al di là dello stop e delle conseguenze riconducibili allattuale emergenza, la contrazione delle attività per molte aziende era già realtà dall’inizio dell’anno. Lo evidenzia l’aumento conosciuto in febbraio dagli ammortizzatori sociali: sono cresciuti dell’85% nella nostra regione rispetto allo stesso periodo del 2019. In provincia di Reggio l’impennata è stata di 164mila ore in più. Anche per questo motivo per il mese di marzo la Cgil si attende un’esplosione di domande.
“La situazione – commenta Valerio Bondi – è complicata ma allo stato attuale la copertura degli ammortizzatori regge. Restano tre problemi rilevanti, a partire dal lavoro autonomo per cui è previsto un provvedimento una tantum, ma non una copertura strutturale. E c’è il gigantesco problema dei lavoratori a termine, di cosa succede loro dopo la scadenza dei contratti. Terza cosa: i meccanismi di autorizzazione e di erogazione dei trattamenti da parte dell’Inps. Per come è congegnata la norma, rischiamo che l’ammortizzatore ci sia ma che l’erogazione economica della prestazione arrivi mesi dopo“.
Un aiuto per consentire da subito l’erogazione degli ammortizzatori sociali potrebbe arrivare dalle banche visto che l’associazione degli istituti italiani ha dato disponibilità ad anticipare le somme.
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