REGGIO EMILIA – L’emergenza sanitaria e i suoi riflessi sul settore musicale stanno mettendo a dura prova Rcf Spa, storica azienda reggiana fra i maggiori protagonisti europei del settore dell’audio professionale.
La pandemia ha più che dimezzato i ricavi, scesi nel 2020 da 104 milioni di euro a meno di 50. Il principale settore di attività di Rcf, quello dei prodotti per l’amplificazione musicale, ha subìto un calo delle vendite di quasi il 60%, mentre nel segmento dei sistemi per la sonorizzazione pubblica la flessione ha sfiorato il 30%.
Dopo aver chiuso il 2019 con profitti netti per 10 milioni, l’azienda presieduta da Alfredo Macchiaverna ha registrato nel 2020 un disavanzo di 7 milioni. Anche le altre società del gruppo hanno accusato il colpo: Aeb Industriale di Crespellano (Bologna) ha perso 6,6 milioni di euro, la statunitense Eaw 1,6 milioni, Rcf Usa 500mila euro. Solo la danese Dpa ha chiuso il bilancio in utile (2,6 milioni).
Purtroppo, la prima parte del 2021 è stata in linea con il 2020. Il gruppo ha dovuto perciò fare ampio ricorso al credito per scongiurare crisi di liquidità. Grazie ai decreti “cura Italia” e “liquidità”, la capogruppo Rcf Group ha ottenuto finanziamenti a medio-lungo termine per 50 milioni e alla fine dell’anno scorso aveva in cassa 28 milioni di disponibilità liquide. Ma questo ha appesantito inevitabilmente l’esposizione finanziaria. L’indebitamento del gruppo verso le banche è schizzato a 145 milioni di euro e nel 2020 Rcf Group ha pagato 5 milioni di oneri finanziari.
E’ una massa debitoria che non sarà facile da gestire in questo contesto di mercato. In gennaio la capogruppo ha girato 19 milioni di finanziamenti a Rcf spa e 4 a Aeb, mentre in febbraio ha rimborsato 8 milioni di debiti. Ma gli amministratori scrivono nella relazione sulla gestione che Rcf potrebbe non essere in grado di rispettare i parametri finanziari alla base dei finanziamenti.
Reggio Emilia Rcf Group covid-19 Alfredo Macchiaverna












