REGGIO EMILIA – I bilanci pubblici sono sotto stress. I Comuni, in prima linea in questa emergenza sanitaria ma anche sociale, stanno registrando la pesante mancanza di entrate e maggiori spese. Il Comune di Reggio stima un buco da 13 milioni di euro e le previsioni sono nere anche per gli enti locali in provincia. Da qui la proposta di emanare dei Comune Bond per sostenere la spesa pubblica.
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Una crisi gravissima, forse la più grave dal dopoguerra. E’ quella che sta per investire i Comuni che in prospettiva vedono assottigliarsi le proprie riserve, non incassano tasse, contributi e tariffe, ad esempio le rette scolastiche, e non sanno quando e in che modo arriveranno i trasferimenti annunciati dal Governo. Una coperta sempre più corta, col rischio di non riuscire a pagare gli stipendi, erogare servizi, dare soccorso ai cittadini.
Nel mese di marzo a livello nazionale gli enti locali hanno incassato 22% in meno di tariffe e il 53 % in meno di tasse: “Un Comune come Rubiera – spiega il sindaco Emanuele Cavallaro, che riveste anche il ruolo di coordinatore provinciale Anci – ha un’interruzione di entrate di 100 mila euro al mese e una mancata entrata da tariffe da 1 milione di euro l’anno, e ancora non siamo in grado di fare una stima su come andrà invece l’aspetto fiscale”.
Il problema è legato alla liquidità. Il Comune di Reggio ha stimato un buco da 13 milioni di euro e senza aiuti, sarà default. Ma anche per i Comuni della provincia la situazione non è più leggera. E poi con l’arrivo dell’autunno servono risorse per gli investimenti e per le opere pubbliche che dovranno ripartire. Anci, associazione dei Comuni rilancia la proposta dei Comune Bond.
Aggiunge Cavallaro: “Potrebbe essere interessante in una fase come questa, il rilancio dei Boc. Se si fanno gli Eurobond si possono fare i Comune Bond in questo modo i risparmiatori potrebbero investire direttamente sui territori che conoscono e vedere i loro risparami che fruttano per la collettività”.
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