REGGIO EMILIA – Le condizioni del ricercatore reggiano restano buone, anzi migliorano. A dirlo è il bollettino medico giornaliero dell’istituto malattie infettive Spallanzani di Roma, dove il 29enne di Luzzara si trova ricoverato in isolamento dopo che gli è stata riscontrata l’infezione da Coronavirus, primo caso di un italiano.
“Il paziente non ha la febbre”, dicono i medici aggiungendo che la terapia antivirale continua. Il giovane si dice sereno ed è sempre in contatto telefonico con i genitori. Il 29enne ha manifestato i sintomi dell’infezione mentre era in quarantena al centro della Cecchignola insieme agli altri 55 connazionali fatti rientrare da Whuan, la città cinese epicentro dell’epidemia, lunedì scorso con il velivolo dell’aeronautica militare.
In seguito alla sua positività, di fatto per tutti gli italiani del gruppo è ricominciato il periodo di quarantena di due settimane, pari al tempo di incubazione del virus. Tra loro ci sono anche i due tecnici che erano nella metropoli cinese per lavoro: Luciano Catti di Castellarano e Paolo Ghiddi di Casalgrande erano impegnati nel montaggio di una apparecchiatura per una azienda ceramica.
Oltre al prolungamento della quarantena, anche per le loro le autorità sanitarie italiane hanno disposto nuovi test, ogni cinque giorni. Contattati via messaggio, ci hanno detto di essere tranquilli, soprattutto dopo aver saputo della negatività al virus della donna e dei due bambini che dalla Cecchignola erano stati portati allo Spallanzani per un sospetto di infezione: “La giornata è iniziata nel migliore dei modi per tutti”, hanno detto.
Servizio Tg di Alessio Fontanesi
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