REGGIO EMILIA – Sono cominciate oggi alla Walvoil le operazioni di sanificazione dei locali aziendali dopo che è emerso il caso di un’operaia contagiata da Coronavirus. Quella della Walvoil è una situazione diventata pubblica, ma sono almeno una decina in provincia le aziende in cui si sono verificate circostanze analoghe.
E’ scattata quindi un’operazione su vasta scala che comporta la pulizia profonda e la sterilizzazione di superfici di telefoni, scrivanie, sedie, tastiere negli uffici, di macchine operatrici nei capannoni, di distributori di caffè e bevande negli spogliatoi, di locali mensa. E si sono aggiunte altre aziende che, responsabilmente, hanno deciso sanificazioni straordinarie a scopo preventivo, ricorrendo alla cassa integrazione per il tempo necessario anche a reperire scorte di mascherine e altre protezioni individuali come guanti, occhiali o camici quando necessari.
Sono 20 le ditte medio-grandi che hanno deciso di chiudere questa settimana, per un totale di 5.500 dipendenti. Tra queste la Immergas, la Foster, Profiltubi, Ognibene Power, Rcf, Omso, Fives Oto. Chiuderanno invece per due settimane la Argo Tractors di Fabbrico, la Kohler (ex Lombardini), la Nexion-Corghi di Correggio. A questi numeri si aggiungono circa 70 aziende artigiane, per un totale di altri 500 addetti. Sono oltre 100 le aziende in cui sono stati attivati i comitati di verifica delle misure di sicurezza previsti dal protocollo firmato il 14 marzo da Cgil, Cisl, Uil, governo e Confindustria per un totale di 25mila lavoratori.
“Sono molte le aziende che hanno modificato l’organizzazione del lavoro e gli orari per ridurre le persone in compresenza, scaglionare gli ingressi e le uscite, garantire le distanze interpersonali, organizzare il lavoro da casa per gli impiegati, contingentare l’utilizzo di mense, spogliatoi e sale ristoro, aumentare i turni di pulizie. Ci sono anche aziende – dicono i sindacati – che vogliono continuare a produrre come niente fosse, sfruttando ordini dall’estero. A loro diciamo: rallentate le attività ora per non chiudere poi. Fatelo per i vostri dipendenti, per le loro famiglie, per la nostra città”.
Gian Piero Del Monte
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