REGGIO EMILIA – La Serie A di calcio ancora non vuole abbandonare l’idea di concludere in un modo e nell’altro la stagione. E le categorie a seguire aspettano, sperando di poter salvare più che la stagione sportiva la gestione finanziaria.
In attesa di arrivare a una decisione definitiva, i club cercano un compromesso per ridurre gli stipendi. Ma si è ben lontani dal trovare un accordo con l’Associazione Italiana Calciatori. Anche perché, soprattutto in Serie C, la stragrande maggioranza dei calciatori non guadagna di certo le cifre stellari dei campioni della A. Ogni società si muove in autonomia, unico fronte comune sembra essere la richiesta della cassa integrazione per i contratti inferiori ai 50mila euro lordi.
In casa Reggiana sarebbe la quasi totalità della rosa. Fanno eccezione Marchi, Spanò, Rozzio, Scappni, Varone e Zamparo. Intanto, il club ha pagato interamente il mese di marzo, ma da questo punto di vista la società granata è una mosca bianca nel panorama della C. Il 66% delle società sono ancora strutturate in modo semidilettantistico e per questo si profila la possibilità di tornare nella prossima stagione a una serie C a girone unico con 20 squadre. Le rimanenti 40 finirebbero in una nuova C2 a regime semiprofessionistico.
Nel basket, invece, la situazione è più chiara. La stagione è definitivamente conclusa. La Lega, la Giba – Associazione Italiana Giocatori di basket – e l’Usap – Unione Sindacale Allenatori di Pallacanestro – hanno raggiunto un accordo per la riduzione del 20% della retribuzione lorda per i tesserati che hanno ingaggi superiori a 50mila euro. Discorso diverso per gli atleti stranieri, con cui andranno discussi uno alla volta i singoli casi. Gli stranieri della Pallacanestro Reggiana, che avevano tutti un contratto annuale e quindi in scadenza al 30 giugno, sono già rientrati a casa. Unica eccezione Josh Owens, che ha deciso di rimanere a Reggio.
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