REGGIO EMILIA – Anche le strutture ricettive della nostra provincia, prime fra tutti gli alberghi, fanno i conti con l’allarme per il Coronavirus.
Si sono già registrate disdette di cittadini cinesi, che non sono potuti partire per il blocco aereo. Si tratta di una clientela che per l’80% pernottava per impegni professionali. Nel frattempo, sono state alzate le precauzioni per chi opera in albergo con guanti e mascherine. La Federalberghi provinciale associa una quarantina di strutture e oggi traccia il quadro della situazione. “All’Astoria abbiamo avuto una decina di camere cancellate – le parole di Francesca Lombardini, presidente provinciale Federalberghi – circa 60 le disdette al Posta. Non c’è allarmismo, la situazione a Reggio non è pericolosa”.
E se il misterioso virus spaventa ma non allarma, l’indotto economico legato all’ospitalità e alla ristorazione deve fare i conti con un’altro pesante macigno che rischia di mettere in serio pericolo i fatturati: la chiusura delle Fiere di via Filangeri, capaci di attirare pubblico. “Senza Ornitologica, Canina e Cambio & Scambio, che occupavano tre weekend interi, a noi viene a mancare un indotto fondamentale”, ha concluso la Lombardini.
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