REGGIO EMILIA – Il 55enne Angelo Greco, uno dei quattro imputati nel processo Aemilia 92 per gli assassinii di Nicola Vasapollo e Giuseppe Ruggiero, entrambi avvenuti nel 1992 tra Reggio Emilia e Brescello, si è visto negare la richiesta di passare agli arresti domiciliari. Tale richiesta era stata avanzata per paura di contrarre il Coronavirus nel carcere torinese di Lorusso-Cutugno dove è recluso.
Come sottolineato dalla Gazzetta di Reggio, Greco – considerato dagli inquirenti al vertice della ‘ndrina di San Mauro Marchesato, in provincia di Crotone, nonché parte integrante del gruppo di fuoco che tolse la vita a Ruggiero nell’ottobre di 28 anni fa – sta scontando una condanna definitiva a 30 anni come mandante dell’omicidio di Antonio Dragone avvenuto a Cutro nel 2004.
Per i fatti del 1992 è in attesa di giudizio dalla corte di assise di Reggio Emilia e, nel frattempo, proprio un collegio giudicante reggiano – composto da Cristina Beretti, Andrea Rat e Dario De Luca – ha respinto la richiesta dei suoi avvocati di ottenere una misura restrittiva più soft. I giudici, prima di pronunciarsi, hanno tenuto conto del parere della Dda di Bologna e appurato le condizioni sanitarie del carcere piemontese.
Oltre a Greco, alla sbarra in Aemilia 92 ci sono anche Nicolino Grande Aracri e Antonio Ciampà, che secondo l’accusa sono i mandanti dei due delitti, oltre ad Antonio Lerose. Già condannati con rito abbreviato il pentito Antonio Valerio (8 anni) e il boss Nicolino Sarcone (30 anni).