REGGIO EMILIA – Telefonare a casa degli anziani che vicino da soli, o al massimo in coppia, per stare loro vicini e raccogliere informazioni utili per futuri interventi. E’ l’azione messa in campo da Acer in questo momento di emergenza sanitaria da coronavirus. Sono oltre 400 infatti i settantenni che vivono nelle case di edilizia pubblica, e che rischiano maggiormente di soffrire questa condizione obbligatoria di isolamento sociale.

Marco Corradi, presidente di Acer
I report delle telefonate hanno evidenziato che gli anziani sanno esercitare bene l’arte della pazienza e, nonostante la sofferenza causata dalla lontananza forzata dai propri cari, hanno compreso bene la pericolosità della situazione attuale. Quindi si proteggono, si fanno aiutare dai vicini o dai familiari o dai servizi disponibili per assolvere le piccole incombenze esterne, mentre trascorrono la maggior parte del tempo a leggere, con buona pace della televisione che non rientra tra i passatempi preferiti. I nostri anziani coltivano hobby e passioni – scrivono racconti, dipingono, ricamano, cucinano, ascoltano musica, fanno giardinaggio, curano un piccolo orto – e sono tecnologicamente evoluti: posseggono tutti un telefono cellulare, inviano frequentemente messaggi sms e WhatsApp, il 19% ha un profilo Facebook, il 5% utilizza Instagram e un altro 5% si connette via Skype.
In generale gli utenti over 70 di Acer sono soddisfatti dell’alloggio in cui abitano che giudicano sicuro, accogliente e confortevole, anche se circa il 38% vive in condomini non ancora dotati di ascensore.
Il cuore però si stringe quando si affronta il tema dei consumi energetici. A fronte di un canone di affitto mensile medio di 60/80 euro, le spese di riscaldamento da impianto centralizzato possono rappresentare anche il doppio rispetto all’affitto, rendendo insostenibile il costo complessivo della casa. Un costo che gli anziani non riescono a sostenere e che cercano di contenere tenendo basso il riscaldamento, con inevitabili conseguenze sullo stato di salute in molti casi già compromesso da condizioni di fragilità dovute all’età.
La voce si illumina di nuovo dall’altra parte del filo virtuale quando gli si chiede se hanno voglia di condividere il proprio tempo e mettere a disposizione le proprie abilità per realizzare attività e iniziative utili alla vita del condominio e del quartiere.
“L’iniziativa ci sta fornendo moltissimi elementi per elaborare un programma di politiche abitative volte a migliorare le condizioni di sostenibilità, sicurezza, benessere e comfort abitativo degli inquilini della terza età – ha sottolineato il presidente di Acer Marco Corradi – la nostra attenzione è totalmente ricambiata e ci sentiamo molto gratificati nel momento in cui gli anziani condividono al telefono le loro esperienze di vita e ci manifestano il desiderio e la volontà di rimettersi in gioco: un autentico patrimonio da valorizzare”.

Lanfranco De Franco, assessore alla casa del Comune di Reggio
“Le telefonate agli over 70 di Acer si stanno dimostrando una bella occasione di dialogo con i nostri assegnatari. L’emergenza in corso ci sta permettendo di acquisire molte informazioni sul modo di vivere le nostre case. Avanzano nuovi bisogni a cui dovremo dare risposta, come il digital divide sul tema reti di connessione per didattica o lavoro a distanza – ha dichiarato l’assessore alla Casa del Comune di Reggio, Lanfranco de Franco – insieme a temi come l’efficienza energetica e l’accessibilità ai piani, ambiti su cui con Acer continuiamo a lavorare, le analisi del mercato immobiliare post virus evidenziano che in futuro saranno preferite soluzioni abitative flessibili e adattative con utilizzi diversi degli ambienti e ampi spazi dedicati ad attività di co-living. Eravamo già orientati in questa direzione e continueremo a lavorarci”.
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