REGGIO EMILIA – Bocche cucite alla LG Costruzioni di via Vincenzo Ferrari, in città, dopo la diffusione della notizia che l’impresa è stata posta sotto il controllo giudiziario da parte del Tribunale di Bologna per il rischio di infiltrazioni mafiose: la ditta, specializzata nella realizzazione di ville di lusso, avrebbe intrattenuto rapporti di lavoro con società riconducibili a imprenditori di ‘Ndrangheta vicini al clan Grande Aracri. Le indagini hanno riguardato 24 cantieri, in tre di questi, tutti nel Reggiano, sono emersi rapporti con soggetti attenzionati dall’autorità giudiziaria.
L’impresa non è stata posta sotto sequestro, ma proseguirà l’attività sotto la guida di un amministratore designato dal Tribunale, salvaguardando l’occupazione. La LG è nata nel maggio 2009 ed è gestita da Luigi e Maria Salvo, figli dell’ex esattore di Cosa Nostra Ignazio, ucciso nel 1992. Entrambi vivono ad Albinea da oltre 10 anni. L’83% delle quote societarie appartiene, tuttavia, alla madre dei due, Giuseppa Puma, trasferitasi dalla Sicilia ad Albinea nel 2011.
La LG Costruzioni aveva ottenuto una prima iscrizione alla cosiddetta White List delle imprese presso la Prefettura di Reggio nel 2013. A seguito di una variazione nell’organico amministrativo il rinnovo di tale iscrizione era stato, però, prima bloccato e poi rigettato tra il novembre 2019 e il maggio 2020.
Sulla vicenda, oltre ad un intervento dell’Europarlamentare 5 Stelle Sabrina Pignedoli, non si registrano, al momento, prese di posizione né dal mondo delle istituzioni, nè della politica nè da parte delle associazioni di categoria del territorio.
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