REGGIO EMILIA – Dal 2013 al 2019, il numero di persone protestate a Reggio è in progressiva diminuzione. Se otto anni fa si era toccato il record di 1156 soggetti, nel 2019 si è scesi a 512. Lo dice l’Istat che ha pubblicato la statistica relativa ai protesti in Italia. Il trend è identico nelle province vicine di Parma e Modena. A Reggio in sei anni i protesti sono calati del 56 per cento, una percentuale superiore di 7 punti al 49 per cento nazionale. Per quanto riguarda la speciale classifica dell’Emilia Romagna, Reggio è al terzo posto dietro a Rimini e Parma che hanno ridotto i protesti rispettivamente del 57 e del 59 per cento. Sono sempre più i maschi ad essere colpiti dai provvedimenti (a Reggio nel 2019 331 mentre le donne sono state 181).
Il calo dei protesti va ricercato nell’uscita dalla crisi che progressivamente ha diminuito la pressione sulle imprese e sulle famiglie e dall’uso sempre più ridotto di cambiali e assegni. A questo si aggiunge un controllo più stringente degli istituto di credito voluto da nuove normative europee. Il miglioramento dei protesti porta con sé un altro dato significativo che riguarda la diminuzione del valore dei mancati pagamenti : nel 2013 non veniva saldato nei tempi dovuti a Reggio il 26 per cento delle fatture. Nel 2019 la percentuale è scesa al 20 per cento. Il Covid potrebbe cambiare i numeri ma per ora le statistiche si fermano a due anni fa.
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