SASSUOLO (Modena) – Ammortizzatori sociali per oltre 6mila lavoratori e un calo delle vendite del 20% nei primi mesi del 2024. Il comparto ceramico vive un momento di forte contrazione del mercato e questo si ripercuote anche sulle relazioni industriali con il rinnovo del contratto nazionale fermo ormai da dieci mesi. Così i lavoratori del distretto sono scesi in piazza a Sassuolo, in contemporanea con lo sciopero nazionale del settore, per rilanciare la trattativa e difendere il potere d’acquisto dei salari eroso dall’inflazione.
Quasi 400 gli addetti che hanno partecipato alla manifestazione conclusa dal presidio davanti a Confindustria Ceramica. Al centro delle rivendicazioni dei ceramisti anche la trasformazione tecnologica e la transizione energetica che sta vivendo il distretto ceramico. Svolte per il futuro che non devono penalizzare l’occupazione di un settore che solo tra Modena e Reggio Emilia conta oltre 18mila addetti, hanno sottolineato dal palco i lavoratori e i sindacalisti di Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil, le tre organizzazioni che hanno promosso la mobilitazione.
Dal canto suo, Confindustria Ceramica, evidenziando le difficoltà che stanno interessando il comparto, ha cercato una mediazione proponendo un’integrazione salariale una tantum in attesa del rinnovo. I 150 euro di incremento proposti, però, non sono stati giudicati sufficienti a compensare il peso dell’inflazione.
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