CAMPAGNOLA (Reggio Emilia) – Continuano senza sosta le ricerche del corpo di Saman Abbas, a maggior ragione dopo le dichiarazioni del fratello che agli inquirenti ha confermato che la 18enne sia stata uccisa, dallo zio, nella notte tra lo scorso 30 aprile e l’1 maggio perché si era opposta al matrimonio combinato in Pakistan.

Continuano le ricerche di Saman (foto Telereggio/Reggionline)
In mattinata sono arrivati due unità cinofile dal comando dei carabinieri di Bologna. I cani molecolari stanno setacciando i campi attorno al casolare dove abitava lo zio della ragazza, che per poche decine di metri è nel territorio di Campagnola, ma che dista circa 300 metri dalla casa dove viveva la 18enne a Novellara. Lo stabile, lo ricordiamo, è sotto sequestro da circa un mese.
Proprio lo zio, come si diceva, è considerato dagli inquirenti l’esecutore materiale dell’omicidio. Sarebbe stato lui, il 33enne Danish Hasnain, a occuparsi anche dell’occultamento del cadavere. Così emerge dal racconto del fratello di Saman, rintracciato in Italia e ora sotto protezione in un posto sicuro.
Secondo quanto ricostruito, in seguito a un litigio in famiglia, il padre e la madre di Saman uscirono di casa con la figlia la sera incriminata per portarla in un luogo prestabilito, in aperta campagna: lì aspettava lo zio, pronto ad aggredirla e ucciderla. Intanto, l’avvocato Lalla Gherpelli, che difende d’ufficio l’uomo, ha detto a Tg Reggio che domani visionerà le carte e ha aggiunto: “Auspico che si faccia vivo per potersi difendere”.
Nel pomeriggio verrà poi ascoltato Ikram Ijaz, il cugino 28enne arrestato sabato in Francia mentre stava cercando di raggiungere in autobus Barcellona. Verrà sentito da un magistrato francese in accordo con gli inquirenti reggiani.

Continuano le ricerche di Saman (foto Telereggio/Reggionline)
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