REGGIO EMILIA – Nel corso dell’iniziativa di Federmeccanica “i giorni della metalmeccanica”, cui il comparto metalmeccanico di Unindustria Reggio Emilia ha partecipato, sono stati illustrati i dati trimestrali a livello territoriale e nazionale, oltre al quadro congiunturale di settore. Oggi è toccato ai consuntivi del quarto trimestre 2019 e alle previsioni del primo trimestre 2020. L’indagine è stata condotta presso le imprese metalmeccaniche prima della diffusione dell’epidemia da Coronavirus.
La situazione congiunturale del settore metalmeccanico ha evidenziato nell’ultimo trimestre 2019 un inasprimento della fase recessiva in atto e iniziata a partire dal primo trimestre 2018. I dati Istat confermano le valutazioni negative. Nel quarto trimestre dell’anno trascorso, dopo 5 trimestri consecutivi con il segno meno, i volumi di produzione sono ulteriormente diminuiti dell’1,3% rispetto al trimestre precedente e del 4,6% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. Nell’intero 2019 si è perso il 3% della produzione rispetto al 2018 con cali pesanti per la meccanica strumentale (-2,8%), per i prodotti in metallo (-4,4%) e in particolare per l’automotive che ha perso circa dieci punti di produzione.
Anche i risultati dell’indagine condotta presso un campione di imprese metalmeccaniche reggiane relativa al quarto trimestre 2019 confermano il proseguimento della fase di contrazione dell’attività produttiva. Sotto il profilo della produzione, si registra una diminuzione dei volumi (-3,1%) che si riverbera sulla dinamica del fatturato (-7,8%). Sulla performance ha influito il forte calo della domanda interna accompagnato da un rallentamento del commercio mondiale.
“L’effetto del virus a livello globale si inserisce in un quadro già di forte rallentamento dell’economia mondiale – ha commentato Sandro Bordoni, presidente del gruppo metalmeccanico di Unindustria Reggio Emilia – determinato tra l’altro dalle tensioni geopolitiche in Medio Oriente e dalla Brexit. A questo si potrebbero aggiungere la crisi strutturale del mercato auto tedesco e il potenziale rischio di dazi dagli Stati Uniti verso produttori europei di automobili”.
Per Bordoni, “serve un piano straordinario per sostenere le imprese italiane e rilanciare nel mondo il Made in Italy, già duramente colpito dai dazi americani, dalla frenata dei consumi in Cina e dai limiti imposti al trasporto di persone e merci”.
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