REGGIO EMILIA – Quanto è costata finora l’emergenza Covid alla principale banca del nostro territorio? Poco no, ma chi pensasse di trovare nel bilancio 2020 del Credem segni clamorosi della crisi sanitaria ed economica che stiamo vivendo si sbaglierebbe. Anzi, il risultato netto di oltre 201 milioni di euro, in linea con quello del 2019, è il più cospicuo del decennio. Questo volume di profitti – dopo lo stop prudenziale imposto l’anno scorso dalla Bce – consentirà il prossimo 19 maggio di distribuire agli azionisti 66 milioni di dividendi, nella misura di 20 centesimi per azione, come due anni fa.
E la crisi? Nei conti del gruppo guidato da Nazzareno Gregori gli effetti sono contenuti. Le rettifiche nette di valore sui crediti sono state pari a 106 milioni, 43 in più rispetto all’anno scorso. Questi numeri sono in larga parte il risultato della decisione di accantonare 52 milioni di euro per future perdite sui crediti. Si tratta di svalutazioni collettive aggiuntive decise sulla base di previsioni sull’evoluzione della situazione economica. In più, va ricordato che nel 2020 il Credem ha versato 40 milioni ai fondi per le banche in crisi.
I numeri della gestione testimoniano il proseguimento della crescita della banca controllata dalla famiglia Maramotti. La raccolta diretta è cresciuta del 17% e sfiora i 31 miliardi di euro, quella complessiva ha raggiunto quota 79 miliardi, mentre i prestiti alla clientela sono aumentati del 10%, superando i 29 miliardi. Il 2021 sarà, tra le altre cose, l’anno dell’incorporazione della Cassa di Risparmio di Cento, che permetterà di potenziare la presenza nelle province di Ferrara, Ravenna, Bologna e Modena. Intanto nelle settimane scorse il Credem ha partecipato alla cessione di Cedacri: per il suo 3,9% la banca reggiana realizzerà una plusvalenza lorda di 39 milioni.
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