REGGIO EMILIA – Il direttore generale di Emilbanca Daniele Ravaglia, ospite del nostro settimanale Decoder il 5 maggio scorso, lo ha detto senza tanti giri di parole: in questa storia le banche perderanno un mucchio di soldi. Il numero uno del Credem Nazzareno Gregori, in occasione della diffusione dei risultati del primo trimestre, ha spiegato perchè: “Le misure di prevenzione adottate per attenuare la diffusione del Covid-19 – ha detto – stanno determinando importanti effetti sulla produzione industriale, sul turismo e sui trasporti. Occorrerà verificare l’intensità della contrazione dell’economia e gli impatti delle relative politiche di sostegno. Questi aspetti manifesteranno i loro impatti anche con riferimento all’andamento della forbice dei tassi bancari, all’evoluzione del rischio creditizio e all’andamento dei mercati finanziari”.

Nelle trimestrali delle banche si trovano già i primi segni della burrasca che sta arrivando. Rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, Credem e Banco Bpm registrano una flessione dei profitti di circa 4 milioni, Credit Agricole-Cariparma di 13 e Bper Banca di 42 milioni. Fa storia a sè Unicredit, che ha chiuso i conti del primo trimestre in rosso per 2,7 miliardi, dopo maxi-rettitiche sui crediti.

Proprio questa è la partita che si profila. Alcuni istituti avevano appena finito di smaltire le perdite originate dalla crisi del 2008 e ora si trovano a dover mettere in preventivo nuove svalutazioni provocate dall’impossibilità di molte imprese di restituire le somme avute in prestito. I conti del primo trimestre evidenziano le prime contromisure: il Credem ha apportato 10 milioni di rettifiche sui crediti in più rispetto a un anno fa, Bper 66 milioni e Banco Bpm 61. E’ solo l’antipasto. Quasi tutti gli istituti hanno dovuto fronteggiare un
calo degli interessi netti e molti si sono rifatti aumentando le commissioni.










