REGGIO EMILIA – Il conflitto in Medio Oriente: dopo i bombardamenti lungo la striscia di Gaza, la tensione sta crescendo anche nelle città della Cisgiordania, come nella zona di Betlemme, dove a fine settembre si era recata la missione istituzionale guidata dal Comune di Reggio. Tg Reggio ha intervistato un cittadino palestinese che vive a Beit Jala e che è stato più volte, nel recente passato, nella nostra città, per raccontare la situazione attuale.
“Vi assicuro che non vogliamo la guerra. La guerra in questa parte del mondo sembra che ci capiti addosso”. Maher Awwad è palestinese. Vive nella località vicinissima a Betlemme, località nella quale il mese scorso Reggio Emilia ha siglato un patto di gemellaggio e solidarietà. E’ titolare di una farmacia e parla molto bene l’italiano: nel nostro Paese ha studiato e vissuto, a Trieste, ed è stato più volte ospite nella nostra città dove ha diversi amici.
Maher non nasconde la sua preoccupazione su quanto sta accadendo nelle città della Cisgiordania, dove la tensione sta crescendo e dove negli ultimi giorni, anche a Ramallah e Betlemme, attraverso manifestazioni di piazza è scoppiata la rabbia della popolazione locale nei confronti dell’escalation di violenza su Gaza e, più in generale, dell’occupazione israeliana.
Ma che clima si respira in questi giorni a Beit Jala, alla luce anche dei bombardamenti sulla striscia? “C’è grande dolore per i bombardamenti su Gaza. C’è stata una giornata di lutto in cui i negozi hanno chiuso e ogni attività è stata sospesa. Nei confronti della nostra gente di Gaza sono state avviate iniziative di solidarietà come la raccolta di generi di prima necessità e farmaci”.
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