REGGIO EMILIA – La città considerata maggiormente a rischio è Roma, dove si trovano il secondo ghetto ebraico più antico in Italia dopo quello di Venezia; l’altro luogo più monitorato, oltre a 17 sinagoghe e a diverse residenze diplomatiche. Ma l’allerta sale in tutto il Belpaese dopo lo scontro innescato dall’attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre, e Reggio Emilia non fa differenza.
Sul nostro territorio non sono presenti sedi di ambasciate. La vigilanza è stata e sarà potenziata nei luoghi giudicati sensibili: in primis la sinagoga di via Dell’Aquila, che sorge nel cuore dell’ex ghetto ebraico risalente alla metà del XVII secolo compreso tra le vie Caggiati, della Volta e Monzermone, e poi i cimiteri ebraici: quello di via della Canalina, in città, e quelli a Novellara, Scandiano e Correggio. Una vigilanza che sarà sobria e senza la volontà di creare allarmismo che, sul nostro territorio, non avrebbe senso di esistere. Allo stesso tempo è stato lo stesso Viminale a inviare a prefetti e questori una circolare chiedendo appunto di organizzare le forze dell’ordine in campo per vigilare sui luoghi che potrebbero diventare obiettivi sensibili.
Nel pomeriggio il comitato ordine e sicurezza pubblica riunito dal prefetto Maria Rita Cocciufa è durato oltre due ore. Presente anche il direttore di Istoreco Matthias Durchfeld: proprio nel fine settimana è previsto un evento culturale in sinagoga che è stato confermato. Ha comunicato ufficialmente invece, tramite la Fondazione I Teatri, il proprio forfait, era stata la compagnia Batsheva Dance Company, vistasi costretta a sospendere e rinviare il tour in Italia che avrebbe toccato Torino, Milano e Brescia ma che sarebbe partito proprio da Reggio il 14 ottobre: al teatro Valli, nell’ambito del Festival Aperto, i 40 danzatori israeliani avrebbero portato lo spettacolo “Momo”.
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