REGGIO EMILIA – Denaro contante per un 1.083.860 euro, preziosi (gioielli e orologi) per un valore complessivo di 3.103.870 euro, 170.639 euro in conti correnti bancari e ancora 8 auto di lusso intestate per lo più a familiari per un valore di 371.947 euro. Infine, quadri, borse e orologi da tavolo che valgono 159.508 euro.
Ammonta dunque a quasi 5 milioni (4.889.824) il patrimonio, sottoposto ora a confisca definitiva, riconducibile al procacciatore d’affari e commerciante Aldo Ruffini. Con la pronuncia della Cassazione dovrebbe dunque concludersi una vicenda iniziata nel 2016 che ha portato a una dura battaglia legale. La guardia di finanza reggiana – nell’ambito di indagini patrimoniali previste dal codice antimafia e misure di prevenzione – ha dato esecuzione al decreto di confisca definitiva emesso dalla Corte d’Appello di Bologna dopo appunto la pronuncia della Cassazione.
La misura è stata possibile perché è stata dimostrata la pericolosità criminale e sociale dell’imprenditore, che operava illecitamente nel settore del commercio di preziosi. Originario di Vetto, Aldo Ruffini, che oggi ha 78 anni, era stato arrestato perché accusato di evasione fiscale e vari altri reati: esercizio abusivo dell’attività finanziaria, usura, ricettazione, riciclaggio, contraffazione di marchi, reati tributari, violenza e minaccia a pubblico ufficiale.
L’indagine era stata aperta proprio dopo il primo maxi sequestro effettuato dalle Fiamme Gialle. Secondo l’accusa, l’imprenditore viveva con i proventi derivanti da attività illecite, arrivando nel tempo ad accumulare un rilevante patrimonio con una evidente sproporzione rispetto agli esigui redditi dichiarati. Durante questi anni i beni sequestrati sono stati gestiti dall’amministratore giudiziario Andrea Scerrino, che nel frattempo è riuscito a vendere all’asta quasi tutte le auto di lusso possedute da Ruffini. Molti dei beni riconducibili alla moglie Carla Benevelli e allo zio di questa, Silvano Ferretti, sono stati restituiti in seguito a diversi ricorsi dei loro legali. Sono tornati nella loro disponibilità, ad esempio, tutti i beni immobili che erano stati sequestrati: l’appartamento in via Brigata Reggio e gli stabili a Forte dei Marmi e a Desenzano sul Garda. Il patrimonio sottoposto ora a confisca definitiva è in mano all’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati.
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