REGGIO EMILIA – “Una sempre meno comprensibile vicenda mediatica e politica”, “un inesistente caso nazionale”, “uno spregiudicato uso dei social e delle relazioni politiche”. Confindustria Reggio Emilia usa parole pesanti, attacca, senza nominarla, la Cgil, e difende a spada tratta MaxMara Fashion Group.
A quattro giorni dal no del gruppo di Luigi Maramotti alla realizzazione del Polo della Moda per, è stato detto, le parole del sindaco Massari considerate sgradite, l’associazione di via Toschi conferma e, se possibile, rilancia. Un altro colpo in una sorta di guerra fredda nata lo scorso aprile, quando da via Toschi era arrivata la critica ai consigli comunali che avevano approvato un ordine del giorno a sostegno dello sciopero dei lavoratori metalmeccanici per il rinnovo del contratto nazionale.
“Si è verificata una situazione inedita, in quanto una normale vertenza aziendale ha assunto caratteristiche tali da portare il fisiologico confronto tra le parti ben al di fuori dei confini dell’impresa – si legge in una nota – Confindustria Reggio Emilia non si riconosce nelle modalità con cui la Rsa interessata ha gestito questa vertenza aziendale, ponendosi intenzionalmente l’obiettivo di alimentare in ogni modo un inesistente caso nazionale, nonché una gravissima crisi nelle relazioni tra la stessa MaxMara Fashion Group e il Comune di Reggio. Crisi – dice ancora l’associazione – che ha finito con il pregiudicare definitivamente sia il più grande singolo investimento industriale della storia di Reggio, sia il più ampio e ambizioso progetto di rigenerazione urbana mai predisposto nel capoluogo”.
Per questo motivo, secondo gli industriali, c’è stata la presa di posizione dei lavoratori della Manifattura di San Maurizio, “che – continua la nota – non si riconoscono nei contenuti e nei modi della richiamata vertenza”. Nel comunicato si cita poi la presa di distanza della Cisl, “fatto – dicono da via Toschi – che testimonia la inverosimiglianza delle sin qui non verificate roboanti denunce riferite a presunti comportamenti aziendali. Riteniamo inoltre un fatto gravissimo l’intenzione di massimizzare il danno di immagine a MaxMara Fashion Group attraverso uno spregiudicato uso dei media, dei social e delle relazioni politiche di parte”.
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