REGGIO EMILIA – Le due maggiori banche italiane – Unicredit e Intesa Sanpaolo – hanno impugnato di fronte alla Corte d’appello di Bologna due decreti del tribunale di Reggio Emilia. Il primo è quello con cui la sezione fallimentare ha accolto la rinuncia di Ferrarini alla domanda di concordato; il secondo è quello con cui lo stesso tribunale ha accolto la richiesta dell’azienda di poter presentare una nuova proposta concordataria. Entrambi i decreti sono stati emessi in data 6-8 maggio.
Unicredit e Intesa Sanpaolo vantano crediti per complessivi 50 milioni di euro verso la sola Ferrarini Spa e sono esposti per somme considerevoli anche verso le altre aziende del gruppo, Vismara e Società Agricola Ferrarini.
La mossa di Ferrarini, a quasi due anni di distanza dalla prima domanda di concordato, ha riportato indietro le lancette dell’orologio.
Tutto riparte da capo, allontanando ancora di più il momento in cui i creditori potranno recuperare una parte di quanto loro dovuto. Unicredit e Intesa contestano due aspetti: il ricorso a loro dire abusivo a un nuovo concordato e la competenza territoriale, che secondo le due banche non sarebbe del tribunale di Reggio, ma di quello di Bologna.
Per capire appieno il senso di questo braccio di ferro legale, bisogna ricordare che Intesa e Unicredit fanno parte della cordata guidata dal gruppo cooperativo modenese Bonterre e interessata a rilevare il controllo di Ferrarini e Vismara. La tesi delle banche è che il vero obiettivo di Ferrarini sarebbe quello di prendere ancora tempo, ostacolando la presentazione di una proposta alternativa a quella del gruppo Pini e prolungando ulteriormente i tempi della procedura a danno dei creditori.
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