REGGIO EMILIA – Domani, in tribunale, si svolgerà l’adunanza dei creditori di Ferrarini convocati per esprimersi sul piano concordatario presentato dall’azienda. Un appuntamento importante, che arriva a quattro anni di distanza dal dissesto del gruppo di Rivaltella.
L’appuntamento è alle 10. I creditori sono chiamati ad esprimersi sulla proposta concordataria presentata dall’azienda, che prevede il passaggio di Ferrarini spa sotto il controllo del gruppo lombardo Pini, mentre la finanziaria pubblica Amco sarà azionista di minoranza con il 20%. La famiglia Ferrarini uscirà dal capitale, ma non dalla gestione. Il passivo supera i 236 milioni di euro. Il piano promette di rimborsare al 100% i creditori privilegiati e ipotecari nel 2024, mentre gli altri creditori riceveranno quote variabili fra il 17 e il 30%, a rate, tra il 2025 e il 2028. Nel complesso, l’impegno è a restituire 101 milioni.
Dopo la dichiarazione di non ammissibilità della proposta alternativa del gruppo Bonterre, l’approvazione del piano Pini-Amco appare scontata. Si renderà probabilmente necessario un rinnovo del termine dell’impegno degli investitori, che scadrà il 28 febbraio 2023, quando il concordato potrebbe non essere ancora stato omologato.
Nel frattempo Ferrarini, liberata dal peso schiacciante dei debiti e sottoposta al controllo del commissario giudiziale Bruno Bartoli, ha ripreso a produrre utili: 5,4 milioni di euro nel 2021, 2,3 milioni nei primi 5 mesi di quest’anno. I ricavi 2021 si sono attestati a 123 milioni di euro. L’incognita maggiore è sul fronte dei costi. Quest’anno i prezzi d’acquisto delle cosce hanno registrato aumenti fra il 25 e il 45%, mentre gas ed energia elettrica potrebbero determinare nel 2023 maggiori costi per 4 milioni di euro. Rincari che, erodendo la marginalità, potrebbero influire sulle somme disponibili per il rimborso dei creditori.
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