REGGIO EMILIA – E’ battaglia tra le due cordate interessate a rilevare la Ferrarini. Dopo che il gruppo reggiano dell’agroalimentare ha presentato in tribunale a Reggio la nuova proposta di concordato, intervengono i concorrenti, che accusano la proprietà di voler ostacolare l’instaurarsi di una leale procedura competitiva e ribadiscono il pericolo di una delocalizzazione all’estero delle attività.
 Il gruppo concorrente è formato da Bonterre – Grandi Salumifici Italiani, Opas (la più grande organizzazione di allevatori suinicoli italiani), Hp, con il sostegno di Intesa San Paolo e Unicredit. La sua proposta di concordato è stata depositata in tribunale il 10 agosto scorso. L’impegno è quello di rendere disponibili nell’immediato più di 50 milioni di euro per ripagare i creditori e garantire un processo di filiera tutto italiano.
Il piano depositato dalla famiglia Ferrarini secondo la stessa azienda di Rivaltella è migliorativo: si prevede che a detenere l’intero capitale sia Rilancio Industrie Agroalimentari, società partecipata da Pini, leader nel settore delle bresaole e, come partner finanziario, Amco, banca di proprietà del ministero dell’Economia e delle Finanze. Il ristoro per i creditori ammonta al 33%, una percentuale che, secondo la Ferrarini, rende inammissibile la proposta concorrente. ‘E’ una affermazione unilaterale – dice Bonterre – che non risponde alle rigorose verifiche di carattere giuridico, tesa ad ostacolare l’instaurarsi della leale procedura competitiva prevista dalla legge nell’interesse dei creditori. Non vi è nessuna certezza – continua – sulla continuità produttiva in Italia con un forte pericolo di delocalizzazione negli stabilimenti spagnoli della famiglia Pini”.
A gravare sulla Ferrarini, leader mondiale nel settore del prosciutto cotto, un passivo di 257 milioni di euro. I creditori sono 1.500. Ora la decisione spetta al tribunale di Reggio, che dovrà esprimersi sulle proposte da ammettere e che dovranno essere presentate all’adunanza dei creditori.
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