REGGIO EMILIA – La battaglia di proposte per l’acquisto del gruppo Ferrarini registra un altro colpo di scena, in una vicenda che appare lontana da una definizione. I passaggi sono molto tecnici, ma riguardano prima ancora del salvataggio dello storico gruppo e della sua produzione, la capacità di onorare i debiti con la lunga lista di creditori. Il debito di Ferrarini Spa risulta superiore ai 250 milioni di euro. L’ultima decisione è di giovedì ed è stata pronunciata dal Tribunale di Reggio (giudici Francesco Parisoli, Simona Boiardi e Niccolò Stanzani Maserati), che ha dichiarato inammissibile la proposta concordataria concorrente, quella depositata da RE-New Holding cioè il gruppo Bonterre/Grandi Salumifici italiani, Opas e HP, alternativa a quella appoggiata dallo stesso gruppo di Rivaltella e Pini-Amco.
Tre le obiezioni sollevate dalla stessa Ferrarini e dal suo consulente Sido Bonfatti, docente di Diritto della crisi d’Impresa di Unimore, che il Tribunale ha accolto. La prima motivazione riguarda il fatto che alla proposta concorrente mancava il 10% dei crediti verso la società in concordato, come prevede la legge fallimentare. Secondo punto su cui si è fermata la proposta alternativa è che la si può considerare “parassitaria” perchè si basa sullo stesso piano industriale della proposta dell’imprenditore ammesso al concordato. Ultimo scoglio: “l’inattaccabilità” della proposta Ferrarini, l’imprenditore che presenta una domanda di concordato preventivo non può subire l’aggressione dei concorrenti a patto che assicuri ai creditori il pagamento del 100% dei crediti privilegiati e di almeno il 30% di quelli chirografari, come nel caso di specie.
Prossimo appuntamento nella infinta e complessa vicenda Ferrarini e di un concordato in piedi da oltre 4 anni, giovedì 20 ottobre con l’adunanza dei creditori. Il gruppo Bonterre potrebbe presentare un nuovo ricorso per tornare in pista. Intanto dallo scacchiere si sono sfilate due pedine non di poco conto, Unicredit, principale banca creditrice, e Banca Intesa.
Reggio Emilia Ferrarini concordato preventivo salumi Bonterre