REGGIO EMILIA – Sulla strada dell’approvazione della proposta di concordato di Ferrarini si profila un ostacolo inatteso. Alcuni atti del commissario giudiziale Bruno Bartoli sono stati impugnati dalla cordata guidata dal gruppo cooperativo Bonterre-Grandi Salumifici Italiani e da Intesa Sanpaolo, che all’inizio di novembre avevano presentato una manifestazione di interesse all’acquisizione di Ferrarini e Vismara subito respinta dalla famiglia Ferrarini.
Il reclamo porta la firma di Intesa Sanpaolo e di Amco, la società del ministero dell’Economia e delle Finanze che ha in pancia i crediti di Veneto Banca e della Popolare di Vicenza. Intesa e Amco vantano complessivamente crediti per 37 milioni verso Ferrarini. Della cordata interessata a rilevare Ferrarini e Vismara fanno parte anche Opas, la maggiore organizzazione italiana di allevatori suinicoli, e Casillo Partecipazioni. L’obiettivo della cordata è quello di ottenere dal tribunale di Reggio Emilia un rinvio dell’adunanza dei creditori del 22 gennaio e una proroga dei termini per la presentazione di una proposta alternativa a quella del gruppo Pini di Sondrio.
Secondo Banca Intesa, il commissario Bartoli non consente alla cordata di accedere ai dati della procedura se non sottoscrivendo un impegno di riservatezza che prevede il pagamento di una penale di 600mila euro per ogni violazione. Per i ricorrenti si tratterebbe di una decisione illegittima, che ostacola la presentazione di proposte concordatarie concorrenti. Al commissario viene anche contestato di avere taciuto, nella sua relazione, alcune informazioni ritenute cruciali per i creditori: l’arresto per frode fiscale del patron del gruppo Pini, Piero Pini, nel marzo 2019 in Ungheria, e poi quello del figlio Marcello, in dicembre e sempre in Ungheria, con l’accusa di aver cercato di influenzare alcuni testimoni nella stessa vicenda.
Una storia di presunte fatture false emesse dalla società Hungary Meat Kft, una delle due aziende garanti dell’aumento di capitale che dovrebbe salvare Ferrarini dal dissesto. L’impugnazione di Intesa Sanpaolo, discussa l’11 dicembre scorso, è stata respinta con decreto del giudice delegato Niccolò Stanzani Maserati, mentre il 27 dicembre il tribunale (presidente Francesco Parisoli, giudice relatore Niccolò Stanzani Maserati, giudice Simona Boiardi) ha rigettato anche la richiesta di rinvio dell’adunanza dei creditori. Ma la cordata alternativa al gruppo Pini non si dà per vinta e proprio il 31 dicembre ha depositato un nuovo ricorso che dovrà essere discusso prima del 22 gennaio.
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