CASTELLARANO (Reggio Emilia) – E’ un concordato in qualche misura inusuale quello dello Scatolificio Laveggia omologato nei giorni scorsi dal tribunale di Reggio. La proposta concordataria dell’azienda di Roteglia, che produce imballaggi in cartone ondulato, è stata infatti bocciata nell’adunanza dei creditori con oltre il 76% di voti contrari. Ciononostante, anche sulla scorta del parere favorevole del commissario giudiziale Silvio Facco, il tribunale ha deciso di omologare ugualmente la proposta della società, imperniata sul subentro del gruppo austriaco Prinzhorn.
A determinare la mancata approvazione della proposta nell’adunanza dei creditori è stato essenzialmente il voto contrario dell’Agenzia delle Entrate e dell’Inps. La prima vanta crediti per oltre 17 milioni di euro, il secondo per più di 4,5 milioni. Evidentemente, a un certo punto della sua parabola, lo Scatolificio Laveggia ha smesso di pagare le tasse e i contributi previdenziali. Se per i crediti contributivi il piano prevede un rimborso pari al 70%, l’Agenzia delle Entrate recupererebbe invece solo il 10,5% dei suoi 17 milioni di crediti.
I giudici Francesco Parisoli (presidente), Damiano Dazzi e Niccolò Stanzani Maserati (relatore) si sono così trovati di fronte a una scelta. Il gruppo Prinzhorn è pronto a versare 11 milioni per la ricostituzione del capitale sociale e ad acquistare il capannone di Roteglia per 20,5 milioni in modo da creare la provvista per rimborsare in parte i creditori. In più, gli austriaci si sono impegnati a confermare tutti i 150 dipendenti e a mettere sul piatto, se necessario, altri 10,8 milioni di finanziamenti.
La bocciatura del piano concordatario avrebbe determinato il venir meno di tutto questo e la liquidazione della società. I giudici hanno così deciso di sfruttare una norma della legge fallimentare che consente di omologare il concordato nonostante il parere contrario dell’Erario e degli istituti di previdenza.
A giudizio del tribunale, il piano concordatario, per quanto penalizzante, è pur sempre favorevole rispetto alla liquidazione, anche per Inps e Agenzia delle Entrate. Ma non è detto che la partita sia chiusa. L’amministrazione finanziaria potrebbe impugnare la decisione dei giudici, con conseguenze imprevedibili sul destino dello Scatolificio di Roteglia.