CASTELNOVO MONTI (Reggio Emilia) – Un taglio alla montagna, con il metro in mano: in base ai nuovi criteri definiti dal ministro degli Affari Regionali Roberto Calderoli, 1.200 comuni italiani rischiano di non essere più classificati come montani con ripercussioni molto pesanti in termini di risorse che non verrebbero più erogate dal Governo centrale. Tra gli esclusi ci sarebbero anche i reggiani Baiso, Canossa e Viano.
Le nuove regole prevedono che un Comune possa essere definito montano se almeno il 25% del suo territorio si trova sopra i 600 metri di altitudine e se il 30% della superficie presenta una pendenza pari o superiore al 20%. In alternativa, un secondo parametro consente la classificazione come Comune montano quando l’altimetria media supera i 500 metri.
Un comune può rientrare nella classificazione se, pur non rispettando pienamente i primi due requisiti, risulta interamente circondato da Comuni montani.
Una visione contro la quale si è schierata la Regione Emilia-Romagna. Sul piede di guerra c’é tutto il nostro Appennino rappresentato da Emanuele Ferrari, sindaco di Castelnovo Monti, presidente dell’Unione Montana dei Comuni dell’Appennino e anche presidente regionale delle Unioni dei comuni montani.
Ma cosa significa per un ente non essere più classificato come di montagna? “Intanto il fondo sviluppo montagna, che è un fondo nazionale erogato tramite la Regione, non riguarderebbe più quel territorio e da quel fondo dipendono tutta una serie di risorse che riguardano la manutenzione delle strade e la sicurezza idrogeologica, poi si perderebbero la fiscalità agevolata e i contributi alle imprese”.
Secondo una prima elaborazione, più stringente, dalla classificazione comuni montani sarebbero stati esclusi oltre ai tre già citati anche Casina, Carpineti e Vetto.













