REGGIO EMILIA – Linee guida per orientare lo sviluppo della città nei prossimi 30 anni. Sono indicate nel Piano Urbanistico Generale approvato definitamente dal Consiglio comunale al termine di un iter durato oltre tre anni.
Ridurre in modo drastico le emissioni carboniche è la sfida principale. Per vincerla si punta sulla rigenerazione dell’esistente. Questo perché la regola è che al di fuori del territorio urbanizzato non ci sarà più posto né per quartieri residenziali né per grandi superfici commerciali. Il piano cancella tutte le eredità degli ultimi trent’anni quanto a espansioni edilizie. Progetti corrispondenti a 3.800 alloggi e 5,5 milioni di metri quadrati di suolo consumato che invece torna a destinazione agricola. Lo stesso vale per vecchie delocalizzazioni che interessavano altri 10mila metri quadrati di aree.
Agricoli ridiventano anche, a Gavassa, i sette ettari di terreno sui quali Silk Faw avrebbe potuto edificare andando oltre le volumetrie previste in origine. Una deroga concessa dall’accordo di programma siglato tra istituzioni locali e azienda. Accordo però tramontato prima del varo del nuovo piano urbanistico. “Non è una priorità dell’amministrazione ridiscutere un progetto che ha avuto l’evoluzione che conosciamo”, ha sottolineato il sindaco Vecchi riferendosi al piano di risanamento delineato dal gruppo sino-americano nei documenti depositati in tribunale, in sede civile, per ottenere le cosiddette misure protettive per far fronte a un’esposizione debitoria di 26milioni di euro. Dare risposte all’emergenza abitativa è un altro degli obiettivi essenziali per il futuro della città.
Così il voto in consiglio comunale
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