REGGIO EMILIA – Canone per l’occupazione del suolo pubblico: -30%. Pubbliche affissioni: -55%. Contravvenzioni: -23%. Il riepilogo dell’andamento delle entrate del Comune nel 2020 sembra un bollettino di guerra.
L’emergenza sanitaria è passata come un tornado e ha stravolto le previsioni stilate prima della pandemia. Il conto presentato in Sala del Tricolore nei giorni scorsi dall’assessore al Bilancio Daniele Marchi parla di un calo di 12,2 milioni di entrate e contributi. Stima comunque parziale, perché non comprende ad esempio i 2,4 milioni di euro di rette in meno incassate nel 2020 da nidi e scuole dell’infanzia comunali.
Se si va nel dettaglio, si scopre che in termini assoluti le principali cause di mancati introiti sono due: una è il drastico calo dell’importo delle multe, diminuite di 2,5 milioni di euro rispetto al 2019; la seconda, ancora più rilevante, è il tracollo del recupero dell’evasione arretrata su Ici e Imu. Nel 2020 ci si è fermati a 1,2 milioni di euro, con un calo secco di 6,4 milioni rispetto alle somme recuperate nel 2019. La flessione è superiore all’83%.
Hanno retto bene, invece, le tre principali voci di entrata: l’Imu ha contenuto il calo al 2,5% (39,9 milioni), il gettito della Tari è cresciuto del 7% a 39,7 milioni, mentre l’addizionale Irpef è anch’essa cresciuta e dovrebbe essersi attestata a 16,3 milioni di euro.
Forti riduzioni, invece, come abbiamo visto, per tributi minori come Cosap e pubbliche affissioni. In più, il Comune si è visto venir meno 1,1 milioni di euro di entrate per la refezione scolastica, 373mila euro per i parcheggi e 214mila per il rilascio di documenti. Ancora in calo, infine, gli oneri di urbanizzazione: sono stati pari a 3,2 milioni. Per trovare un dato più basso bisogna tornare indietro di almeno 30 anni.
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