REGGIO EMILIA – “Anche se giocava poco era utile negli spogliatoi. Per la sua grandezza morale. Ne ho visti pochi come lui”. L’arrivo di Stefano Guerra a Reggio fu una decisione del direttore sportivo Renzo Corni. Accadde nel luglio di 36 anni fa, quando fu allestita la rosa che poi conquistò la B. Terminata la carriera, a Prato, Guerra a Reggio decise di tornarci a vivere. In una chiesa gremita, quella di Sant’Anselmo a Buco del Signora, è stata officiata la messa dell’estremo saluto all’ex terzino, annoverato dai tifosi tra le vecchie glorie della Reggiana. C’era una sciarpa granata del Gruppo Vandelli sul feretro portato da compagni di avventura, come Facciolo e Silenzi, diventati beniamini come lui beniamini della curva “Siamo stati fortunati a conoscerlo e a passare tanti anni insieme. Ora ci aiuterà dall’alto”, ha detto Andrea Silenzi. “Era sempre lui a organizzare a a chiamare. Presto dovremo riorganizzare le idee per ricordare Stefano come merita, faremo qualcosa”, ha aggiunto Maurizio Neri.
Anche l’ex centrocampista Gegio Sgarbossa si trova d’accordo col dedicare in futuro un’iniziativa in memoria dell’amico scomparso. A suo avviso pure la Reggiana dovrebbe farlo, magari scendendo in campo la prima di campionato col lutto al braccio.
Alla cerimonia ha preso parte una piccola rappresentanza sia del Vicenza che del Prato, squadre nelle quali Guerra ha militato. Sottotono è apparsa la presenza dell’Associazione Calcio Reggiana.
La società ha poi fatto sapere che alle esequie era presente il team manager Michele Malpeli e di avere ricordato questa mattina Stefano Guerra, per voce del vicepresidente e del presidente, sia su Telereggio sia in occasione di una conferenza stampa che non è stato possibile rinviare.
In verità Malpeli non era presente al funerale ed è arrivato in chiesa ad esequie ampiamente finite perché impegnato nelle operazioni legate al raduno e al via della nuova stagione agonistica.
Renzo Corni: “Ci sono rimasto male, pensavo che la Reggiana avesse più sensibilità. Una brutta figura”
