CASINA (Reggio Emilia) – Un dolore composto e tanto affetto hanno riempito la chiesa di Leguigno, troppo piccola per contenere le tante persone che hanno voluto dire addio a Marco Gentili ed essere vicini alla sua famiglia: aveva 68 anni e stava raccogliendo castagne quando è stato ucciso da un colpo di fucile sparato durante una battuta di caccia al cinghiale.
L’ambulanza della Croce Rossa ha scortato il feretro: Marco era un volontario della Pubblica Assistenza e gli operatori in divisa si sono sistemati lungo la navata. C’erano gli amici e gli ex colleghi dell’infermiere, che aveva lavorato per molti anni al servizio dipendenze patologiche dell’Ausl. Una vita, la sua, spesa per gli altri, ha ricordato il parroco di Casina don Marcello Mantellini nella sua omelia: “Abbiamo qui una testimonianza viva, profonda, autentica di attenzione della gente nella vita di Marco”.
A Leguigno si stenta ancora a credere a quello che è accaduto. Due cacciatori al momento risultano iscritti nel registro degli indagati nell’ambito di una inchiesta che ora farà il suo corso. Don Mantellini ha fatto un appello alla comunità: “Il Signore ci conceda di stringerci sicuramente agli affetti di Marco, ma ci conceda soprattutto la grazia di poter raggiungere, con la vicinanza di Cristo, tutti coloro che sono stati raggiunti da questo dramma in modo inaspettato e non voluto”.
Le foto di Marco sono appese al cancello della casa che aveva ristrutturato e nella quale si era trasferito dopo essere andato in pensione. C’è lui, sorridente, sulle sue montagne. A pochi passi, nel piazzale della chiesa, il suono delle sirene dell’ambulanza accompagna l’uscita del feretro. L’ultimo saluto a una persona che resterà nel cuore di tutti.
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