REGGIO EMILIA – Come anticipato nei giorni scorsi, prenderà avvio dopo Pasqua in Comune a Casina l’attività della commissione di indagine nominata dalla Prefettura per accertare eventuali infiltrazioni della criminalità organizzata nell’attività dell’ente. Complessivamente sono 55 in Italia i casi di archiviazione finora verificatisi, ossia quelli in cui dopo l’attività ispettiva non è stato assunto alcun provvedimento.
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In Italia dal 1991 (quando questa misura venne istituita) ad oggi sono stati emanati 377 decreti di scioglimento di Comuni o altri Enti per infiltrazioni mafiose, 24 sono stati annullati dai giudici amministrativi. Gli enti interessati dallo scioglimento sono effettivamente 281, perché una parte di essi sono stati colpiti più volte da questa misura.
Tra i Comuni commissariati c’è Brescello, il provvedimento risale al 2016 ed è il primo e finora unico caso registrato in Emilia-Romagna.
La regione più colpita è la Calabria con 126 casi, seguita da Campania e Sicilia. Al Nord troviamo Piemonte e Liguria a quota tre ciascuno, Lombardia e Valle d’Aosta a quota 1, insieme, come detto, all’Emilia-Romagna.
Il primo scioglimento, nel 1991, è stato quello di Taurianova in provincia di Reggio Calabria, l’ultimo in ordine di tempo, lo scorso febbraio, ci porta, invece, a Mojio Alcantara, provincia di Messina.
L’anno “record” è stato il 1993 con 34 decreti di scioglimento. Altre cifre rilevanti in tempi più recenti: se ne contano 21 nel 2017 e 23 nel 2018. 11 i casi nel 2022.
Risultano 55 i casi di archiviazione, ossia quelli in cui dopo l’attività della commissione di indagine nominata dalla Prefettura, non si è arrivati allo scioglimento. Tra questi 55 casi c’é quello di Finale Emilia, in provincia di Modena, in cui l’attività ispettiva risale al 2016. Tra qualche mese vedremo se a Casina accadrà quello che si è verificato per Brescello oppure per Finale Emilia.
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