GUASTALLA (Reggio Emilia) – C’è una coda giudiziaria nella vicenda del dissesto di Artoni Trasporti, che ha portato al crollo di un gruppo che occupava 570 dipendenti diretti e aveva un indotto di 2.500 fra autotrasportatori, padroncini e facchini. Il commissario straordinario Franco Maurizio Lagro ha promosso un’azione di responsabilità per mala gestione nei confronti di Anna Maria Artoni, del padre Luigi e di un terzo ex amministratore, Roberto Menozzi. Il procedimento è stato aperto presso il Tribunale di Bologna. La procedura è rappresentata dall’avvocato Alessandra Barduzzi.
Nella primavera del 2020 il commissario straordinario aveva chiesto allo studio legale Ruggieri di Bologna di studiare le carte del crac Artoni per verificare se vi fossero le condizioni per procedere contro gli ex amministratori. Gli avvocati avevano risposto che nella relazione sulle cause dell’insolvenza era “possibile individuare elementi utili per l’esperimento di azioni di responsabilità per mala gestio o per atti commessi in conflitto di interesse a danno delle società amministrate”.
L’offensiva del commissario straordinario si è poi concretizzata nel deposito di una richiesta di risarcimento danni a carico dei tre ex amministratori di Artoni di circa 60 milioni di euro. La richiesta è fondata in buona parte sui contenuti della relazione firmata nel giugno 2017 dal commissario giudiziale Sergio Beretta. Secondo quest’ultimo, tra il 2009 e il 2016 circa 24 milioni di euro erano usciti dalle casse di Artoni Trasporti in direzione di Artoni Group, ma solo il 20% della somma era tornata indietro. Altri 54 milioni erano finiti a Alemea Technology, la società informatica del gruppo. Ma il commissario giudiziale aveva sottolineato di non aver trovato la documentazione contrattuale che giustificasse i pagamenti. Nel corso dell’ultima udienza, il 5 ottobre scorso, è emerso che tra le parti sono in corso contatti per cercare di arrivare ad un accordo transattivo.
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