REGGIO EMILIA – La nostra inchiesta sul commercio oggi approfondisce il modello dei centri commerciali, arrivati a Reggio negli anni ’90, per capire se possono essere ancora attuali. Siamo stati al Conad Le Querce.
Il nome deriva dalla grande quercia che si trovava davanti all’entrata di via Clementi, poi sostituita da altre querce messe a dimora nell’area esterna. Dal 1997, anno in cui è stato inaugurato, il centro commerciale tra via Inghilterra e via Francia è un punto di riferimento per i reggiani che non solo fanno la spesa nel superstore di Conad di 2.200 metri quadrati, ma si servono anche delle otto attività della galleria.
“La cosa che posso dire oggi, che dicevo meno all’inizio, è che anche il singolo negozio qualche cliente suo lo porta – sottolinea Mauro Rondanini, Direttore Centro Commerciale Conad Le Querce – Se prima il cliente veniva per fare la spesa e poi andava nei negozi, oggi succede anche il contrario”. Mauro Rondanini è stato l’artefice delle Querce, la struttura che ha dato il via allo sviluppo della cooperativa sul territorio del centro nord Italia: Qui è stata aperta la prima pescheria al di fuori del centro storico – racconta – Abbiamo puntato sui prodotti freschi del forno, sui salumi, sull’enoteca con la degustazione dei vini. La farmacia è stata la prima a rimanere sempre aperta la domenica“.
Poi, Rondanini prosegue: “Si è voluto fare un passo in avanti dopo l’esperienza che c’era già stata qualche anno prima con il Conad Reggio Sud, quello di Pappagnocca che oggi è diventato la grossa realizzazione del Conad Le Colline, con qualcosa di più grande e più moderno: un superstore con una proposta maggiore di servizi“.
In questi 27 anni l’area dello store è stata allargata, poco altro è stato modificato. Oggi il supermercato conta un milione di scontrini all’anno, con un importo medio di 37 euro. La galleria commerciale resta un mix tra attività di servizio, come parrucchieri e punti ristoro, e negozi di articoli per la persona. “Il problema di riempire i negozi non ce lo abbiamo, qui abbiamo la fila. Funziona ancora perché i clienti sono di più di quelli che avevamo anni fa. Poi c’è un discorso di cambio dei consumi”, conclude Rondanini.
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