REGGIO EMILIA – Dei 1.400 spazi commerciali del centro storico, sono tanti quelli che si concentrano in via Emilia. Il principale asse cittadino ha per lo più una vocazione al commercio non alimentare: negozi, tra abbigliamento e attività di servizio, in numero di gran lunga superiore a bar e ristoranti, su superfici di vendita medio – grandi. Il cuore di Reggio racconta molto bene di come il commercio sia cambiato e quale momento stia vivendo. Quella che vedete alle mie spalle sembra essere la situazione ricorrente nella parte centrale della via Emilia: spazi commerciali sfitti, negozi storici e punti vendita di grandi catene.
Un’alternanza che si ripete all’inizio di via Emilia Santo Stefano. Poi però le vetrine vuote prendono il sopravvento. Secondo l’indagine commissionata dal comune di Reggio al Politecnico di Milano è Santo Stefano la parte della via Emilia che soffre maggiormente la crisi del commercio e nella quale è presente il maggior numero di negozi sfitti.
Sono vuoti i locali che un tempo ospitavano storiche botteghe o negozi appartenenti alle grandi catene commerciali, spazi di diverse dimensioni, dalle medie strutture alle grandi superfici delle filiali bancarie dismesse. Se ci spostiamo lungo via Emilia Santo Stefano verso la circonvallazione la situazione va un pò meglio e le attività presenti sono diverse. I negozi vuoti non mancano ma ci sono anche, tra gli altri, uno dei ristoranti e una delle pasticcerie più frequentati di Reggio, attività alimentari o di servizi per la persona ma anche negozi per bambini, alcuni dei quali con articoli molti ricercati.
Infine andiamo in via Emilia San Pietro e percorriamo i suoi portici. Qui l’indagine del comune parla addirittura di un consolidamento dei sistemi commerciali. Ma quali sistemi commerciali? Andando verso il grattacielo gli spazi abbandonati si alternano ad attività storiche, a partire da bar e pasticcerie. Non solo: ci sono alcuni dei negozi più prestigiosi e costosi del centro di Reggio. Ma fino ad un punto ben preciso, oltre il quale ci sono prevalentemente alimentari etnici, estetiste o bazar gestiti da immigrati. Questa è via Giorgione ed è praticamente uno spartiacque tra la parte di via Emilia San Pietro in cui sono presenti negozi di articoli di lusso o comunque molto costosi e la parte invece in cui emerge la multietnicità della nostra città.
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