REGGIO EMILIA – I crimini economico-finanziari. Un fenomeno sommerso che ciclicamente, sul nostro territorio, finisce sotto i riflettori. Scoperchiato dalle inchieste della Procura di Reggio ma anche della direzione distrettuale antimafia di Bologna.
“C’è bisogno di un convegno tecnico. Affiancando ai nostri esperti coloro i quali sono gli attori principali nella lotta contro il contrasto all’infiltrazione mafiosa. Perché crediamo che il confronto, la formazione e l’informazione siano la base di questa lotta”, afferma il presidente provinciale dell’Ordine dei commercialisti Massimo Giaroli.
Ci saranno dirigenti della Guardia di Finanza di Reggio, il prefetto ed anche un funzionario della Banca d’Italia al convegno in programma giovedì all’hotel Astoria. L’hanno organizzato i commercialisti reggiani per aggiornarsi, tra le altre cose, sulle nuove regole decise a livello nazionale dal loro Ordine professionale, riguardanti i cosiddetti indicatori di anomalia e le segnalazioni di operazioni sospette. Segnalazioni che vengono trasmesse in gran parte dalle banche. “Possono intercettare al volo in tempo reale quello che potrebbe essere un sospetto su una determinata operazione. Hanno strumenti idonei. Il commercialista ha dei tempi più lunghi”, evidenzia Giaroli.
Un ostacolo alla segnalazione può essere rappresentato dal rapporto di conoscenza, magari di lunga data, che può esserci tra commercialista e cliente, tale da creare un condizionamento? “Può esserlo, ma non per il commercialista che deve fare il suo mestiere – afferma il presidente provinciale dell’Ordine dei commercialisti Massimo Giaroli – Le mele marce esistono in tutte le categorie, ma non è detto che i professionisti che finiscono sotto indagine in quanto coinvolti in giri di fatture false siano iscritti all’albo. Spesso e volentieri si tratta di un vago consulente. Tant’è vero che non abbiamo al momento alcuna segnalazione nell’ambito dell’Ordine. Se andiamo a leggere quello che è successo a Reggio, posso pensare che il consulente faccia parte di quel tipo di organizzazione con fatture tutte false”.
Vere sono però le aziende che usufruiscono di un sistema illecito che consente di evadere il fisco. Accorgersene dalla contabilità per il commercialista è tutt’altro che semplice. “Posso vederlo nel momento in cui c’è un costo di servizio, o di sponsorizzazione, che è fuori dalla norma di quello che c’era prima. Qualche dato non omogeneo rispetto agli anni precedenti”. C’è poi da tener conto dell’introduzione della fattura elettronica che ha cambiato le procedure degli addetti ai lavori: “Nella contabilità 24.00 non vedi più le fatture. Passano attraverso il sistema informatico. Determinati controlli che venivano fatti in precedenza sulla deducibilità o meno del costo ora vengono fatti in automatico”, conclude Giaroli
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