REGGIO EMILIA – Il Comune di Reggio alla fine dello scorso giugno aveva emanato una ordinanza valida fino al prossimo 31 ottobre che vieta il consumo di alcolici in spazi pubblici in diverse aree della città e ne vieta anche la vendita dalle 15 fino alle 7 del giorno successivo in attività come negozi di vicinato e circoli privati. Provvedimento non sufficiente – dicono i comitati di via Roma, Ascoltare Santa Croce e Reggio Civitas – che invocano una stretta ulteriore, sostenendo come i numerosi interventi effettuati dalle forze dell’ordine nelle ore serali e notturne abbiano accertato nei pressi di tali esercizi, violazioni correlabili al consumo di bevande alcoliche, come spiega a Tg Reggio Alessandro Vassallo (portavoce del comitato di via Roma). Secondo i comitati, insomma, ci sarebbe un nesso fra l’apertura serale e notturna degli esercizi e episodi di criminalità diffusa. Per questo una nuova lettera è stata inviata all’amministrazione comunale: si tratta di un documento in cui vengono prese a riferimento decisioni assunte in altre città. Se è vero – rimarcano i comitati – che la Legge Bersani del 1998 ha liberalizzato gli orari del commercio, è altrettanto vero che i sindaci possono attuare misure restrittive quando ci siano motivazioni di contingenza e urgenza. E’ accaduto ad esempio a Bologna dove il dal 1 aprile al 31 luglio una ordinanza specifica ha imposto le serrande abbassate dalle 21 e fino alle 6 del mattino successivo per gli esercizi di vicinato del settore alimentare e misto.
Lo scorso 23 luglio un minimarket di via Roma era stato assaltato e devastato da una banda di giovani che volevano acquistare birre e che si erano ribellati al rifiuto del titolare.
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