
CORREGGIO (Reggio Emilia) – È stata celebrata ieri, nella Basilica di San Quirino a Correggio, la Giornata provinciale del Ringraziamento, ricorrenza che dal 1951 Coldiretti festeggia insieme alle aziende agricole nel periodo di chiusura dell’annata agraria per rendere grazie per quanto raccolto dai campi e chiedere la benedizione sul lavoro e sulla nuova annata.
Alla celebrazione, presieduta dall’Arcivescovo della Diocesi di Reggio e Guastalla Mons. Giacomo Morandi unitamente a Don Angelo Guidetti, consigliere ecclesiastico della Coldiretti reggiana e ai parroci della Basilica, ha presenziato il delegato confederale della Coldiretti di Reggio Nicola Bertinelli e il direttore Alessandro Corchia oltre a diverse autorità locali.
La giornata, che ha visto la presenza di numerosi coltivatori diretti da tutta la provincia – comunica Coldiretti Reggio Emilia – è iniziata con la celebrazione della Santa Messa con l’offertorio dei frutti della terra e del lavoro dell’uomo a cui è seguita la benedizione dei trattori e dei mezzi del lavoro. In conclusione tutti i presenti hanno condiviso un rinfresco a base di prodotti locali.

“La Giornata del Ringraziamento – ha detto il direttore Corchia nel suo saluto – è un appuntamento tradizionale di Coldiretti tutt’ora molto sentito dai soci che si riuniscono, insieme ad Istituzioni e Autorità, per rendere grazie delle produzioni a conclusione dell’annata agraria. Purtroppo l’ultimo anno non è stato tra i migliori, anzi – continua Corchia. Le avversità climatiche e le calamità atmosferiche hanno danneggiato le produzioni anche in modo importante. In generale possiamo parlare di un calo delle produzioni dei principali settori produttivi della provincia dall’uva al parmigiano reggiano compreso i cereali. Rifacendoci però anche alle parole del messaggio che i Vescovi italiani hanno scritto per questa giornata, è importante fare di questa Giornata del Ringraziamento un’occasione per riflettere sui valori del mondo agricolo: la solidarietà che ci ha permesso di sostenere, per esempio, i colleghi della Romagna colpiti dall’alluvione; la tutela e la salvaguardia del territorio perché dove non c’è il presidio degli agricoltori gli effetti dei cambiamenti climatici sono ancora più drammatici; la concretezza del legame con la terra in un mondo che sembra ormai vivere solo virtualmente”.











