REGGIO EMILIA – Deve continuare, secondo la Coldiretti, l’impegno per fermare la proliferazione degli animali selvatici. Il numero dei cinghiali presenti in provincia è di circa 5mila capi e supera “abbondantemente l’equilibrio biologico sopportabile dal territorio, con i conseguenti danni, incidenti e anche un evidente rischio sanitario”.
Nella pubblicazione del 12 aprile l’Oms scrive che “gli animali, in particolare quelli selvatici, sono la fonte di oltre il 70% di tutte le malattie infettive emergenti nell’uomo, molte delle quali sono causate da nuovi virus. I mammiferi selvatici, in particolare, rappresentano un rischio per l’emergere di nuove malattie”. È sempre più frequente – sottolinea la Coldiretti di Reggio Emilia – la presenza di animali selvatici nelle città alla ricerca di cibo tra i rifiuti, nei parchi e addirittura nei cortili delle case alla ricerca di cibo con evidenti rischi per la salute e di contagi degli allevamenti.
“La questione sanitaria denunciata dall’Oms – ha commentato il direttore della Coldiretti reggiana Maria Cerabona – riporta l’attenzione su una problematica relativa agli animali selvatici mai risolta. È necessario il controllo della presenza dei cinghiali sul territorio che causa all’agricoltura danni gravissimi, aumenta il rischio sanitario”.
I cinghiali restano il pericolo numero uno per l’introduzione del virus della peste suina africana in Italia. La nostra regione è territorio indenne – commenta la Coldiretti – ma l’allerta rimane alta. L’alta concentrazione di capi presenti in provincia potrebbe aumentare i rischi di epidemie e una delle misure per contrastarle è la gestione numerica della popolazione di cinghiali facendo leva sulla riduzione della densità.