REGGIO EMILIA – A Reggio Emilia da qualche anno è stata varcata la quota di 10mila studenti universitari. Almeno il 30% di loro è fuori sede, è quindi sempre più alta la richiesta di soluzioni abitative. Come sempre accade più alta è la domanda più crescono le richieste economiche. Reggio non è certo come Bologna, dove si arrivano a chiedere anche 700 euro per una semplice stanza, ma è facile trovare, nelle bacheche sui social, offerte che si avvicinano ai 450-500 euro a singola stanza. Non bastano i posti delle residenze universitarie presenti in città tra centro storico, periferia e San Lazzaro, che arrivano in totale a circa 350 posti.
Da qui l’intesa tra Unimore e Cupla, il Coordinamento unitario dei pensionati del mondo del lavoro autonomo di Reggio, che prevede soluzioni di alloggi condivisi tra studenti e anziani soli, il tutto a un prezzo più abbordabile e in un contesto di reciproco supporto.
“Vogliamo creare una relazione tra chi vive solo in città e gli studenti che cercano soluzioni abitative a prezzi calmierati”, spiega il presidente provinciale di Cupla Luigi Davoli.
“Si tratta di un impegno reciproco di scambio intergenerazionale in cui le parti possono mettere sul piatto competenze, abilità e capacità che arricchiscono la controparte”, commenta il prorettorre di Unimore Giovanni Verzellesi.
L’intesa sottoscritta in Università ha l’obiettivo di attivare almeno 10 soluzioni di co-housing per il prossimo anno accademico. “Questa può essere una delle soluzioni per il problema degli alloggi per gli studenti ma c’è da lavorare anche tanto sugli studentati. Servono più soluzioni per dare una risposta”, afferma l’assessore comunale all’Università Roberto Neulichedl.
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