REGGIO EMILIA – “Abbiamo di nuovo i 300 ragazzi che c’erano negli anni prima del Covid. Arrivano richieste tutti i giorni. Di questo siamo contenti, dobbiamo però fare i conti con la mancanza di campi, ce ne mancano due”.
Campi da gioco, per allenamenti e per disputare partite. Sono vitali come l’ossigeno per il Progetto Aurora, società calcistica diventata un fulcro per i giovani del quartiere Santa Croce. C’è delusione nelle parole del presidente Gianni Salsi, dovuta alle lungaggini incontrate dal piano pensato per rilanciare tutti gli spazi sportivi presenti tra via Agosti, via Mogadiscio e via Adua.
La proprietaria, la Diocesi, lo scorso aprile li ha concessi per 25 anni in usufrutto al Comune che, dietro il pagamento di un canone, li deve affidare alla Reggiana. Un passaggio, quest’ultimo, che non si è ancora concretizzato per motivi burocratici, tra questi la fideiussione che la società granata deve consegnare a garanzia dei futuri versamenti.
Secondo le iniziali previsioni, la stagione in C avrebbe dovuto cominciare con gli allenamenti nel polo sportivo di via Agosti dove sono riprese invece solo le attività del settore giovanile in strutture che necessitano di riqualificazione, a partire dagli impianti di illuminazione che sono carenti. Da trasformare in spogliatoi c’è il prefabbricato dell’aula bunker del processo Aemillia, i cui pezzi sono al momento stoccati nel cortile di Villa Granata.
La “casa della Reggiana”, come l’aveva presentata il presidente Carmelo Salerno al numero uno della Lega Pro Francesco Ghirelli, dovrà fornire spazi anche a favore di altre realtà sportive. E’ il caso del Progetto Aurora e del football americano, che avranno a disposizione almeno un campo d’erba fornito di lampioni. “I lavori che dovevano partire per sistemare i nostri campi e quelli degli Hogs sono sospesi. Questo perché la convenzione è ancora in alto mare”, ha aggiunto Salsi.
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