REGGIO EMILIA – Sta facendo discutere, e sta riempiendo le sale cinematografiche, “Food For Profit”, il documentario firmato da Giulia Innocenzi e Paolo D’Ambrosi che mostra le storture di una parte di sistema legato all’industria della carne e agli allevamenti intensivi. E’ il frutto di un’inchiesta durata cinque anni e iniziata quando, a fine 2018, la giornalista lavorava nella redazione de Le Iene. Un lavoro internazionale fatto assieme agli attivisti e che è arrivato fino a Bruxelles. Secondo Innocenzi, che è stata ospite al Rosebud di Reggio in una serata organizzata in collaborazione con la Lega Anti Vivisezione e il supporto di Fice Emilia-Romagna, occorre concentrarsi sui fondi destinati alla politica agricola comune. “Di quasi 400 miliardi, la maggior parte va agli allevamenti intensivi che sono luoghi in cui vengono maltrattati gli animali e che inquinano l’ambiente” dice Innocenzi.
Gli autori del documentario hanno già ricevuto diverse diffide da parte di aziende produttrici di carne, ma, dice Innocenzi, si è creato un importante movimento dal basso che sta aiutando tantissimo la diffusione del prodotto: “Non avevamo né una casa di produzione né di distribuzione e ci siamo dovuti inventare un modello, abbiamo chiesto aiuto ai cittadini e i cittadini si sono rivolti ai cinema: oggi ci ritroviamo con una distribuzione da film normale, è il momento storico per parlare di questo tema”.
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