REGGIO EMILIA – Arriva al cinema un film che ha un particolare legame con la città di Reggio: si tratta di “Pastrone!”, per la regia di Lorenzo De Nicola, dedicato al regista di “Cabiria” Giovanni Pastrone, in arte Piero Fosco, massimo esponente del cinema muto italiano e internazionale di inizio ‘900.
Tutto ha origine dal ritrovamento di un manoscritto autobiografico di Pastrone, avvenuto al mercatino di Roncolo: è il reggiano Renato Ballabeni, giornalista e critico cinematografico (anche di Telereggio), ad aver scoperto il testo da cui ha inizio il film, in programma al cinema Olimpia (via Tassoni 4) martedì 24 e mercoledì 25 maggio alle 21. Ballabeni sarà presente in sala a introdurre il film e raccontare la storia del curioso ritrovamento da cui tutto ha avuto inizio.
La trascrizione del manoscritto, successivamente donato da Ballabeni al Museo del Cinema di Torino dove ora è esposto, spinge il regista De Nicola a mettersi sulle tracce di Pastrone. In seguito ad un rocambolesco susseguirsi di scoperte di materiali inediti e oggetti che ricompaiono misteriosamente dal passato, viene a galla una stupefacente nuova versione dei fatti.
Pastrone, che nel film ha la voce di Fabrizio Bentivoglio, negli anni 20 del ’900 fonda a Torino una delle prime case di produzione italiane, la Itala Film, e firma il primo colossal del cinema “Cabiria”, scritto a quattro mani con Gabriele D’Annunzio.

“Cabiria” è del 1914 e si ispira al romanzo di Emilio Salgari ”Cartagine in fiamme”. Da qui in poi, Pastrone userà lo pseudonimo di Piero Fosco, come consigliato dall’amico Gabriele D’Annunzio. Presentato ufficialmente il 18 aprile 1914 al Teatro Vittorio Emanuele II di Torino, il film dura tre ore e l’orchestra in sala è composta da 80 musicisti e 70 coristi. Si tratta di uno dei film più costosi dell’epoca: circa un milione e duecentocinquantamila lire in oro. Il colossal è un successo in tutta Italia, ma anche all’estero: “Cabiria” rimarrà nella programmazione delle sale cinematografiche per sei mesi a Parigi e per un anno a New York.
Seguono altre pellicole e, dopo aver dominato per poco più di un decennio il cinema delle origini riscrivendone le regole, Pastrone si ritira dal settore per reinventarsi medico autodidatta, dedicando il resto della vita all’ancestrale lotta dell’uomo contro la morte: assume due medici che lo aiutano ad effettuare i suoi esperimenti e mette a punto un prototipo di macchina-guaritrice.

Questo ultimo passaggio della vita di Pastrone è ciò che più ha incuriosito numerosi storici e intellettuali, come il regista De Nicola che nel film ricostruisce il personaggio a partire dal ritrovamento del manoscritto autobiografico, per raccontare la storia di questo visionario esponente del secolo scorso.
Frutto di una lunga ricerca, documentatissimo, e, nonostante ciò, appassionante come un film d’avventura, sottraendo il personaggio di Pastrone dalla polvere degli archivi e da quella storiografica, il film restituisce un protagonista del ‘900, a tutto tondo, emblematico anche al di fuori dello specifico cinefilo.
Reggio Emilia Torino film cinema Olimpia Giovanni Pastrone Piero Fosco Pastrone Gabriele D'Annunzio Renato Ballabeni museo del cinema










