REGGIO EMILIA – La Wild Card è ufficiale: al prossimo Giro d’Italia ci sarà, per il 40° anno, anche la Bardiani Csf Faizanè. “Mi ricordo tutto perché sono cose indimenticabili, per noi arrivare al professionismo dopo tanti anni di dilettanti era il massimo, pensavamo di riuscire a stare nell’ambiente almeno due anni e sono passati 41 anni e siamo ancora qui”. A parlare è il team manager Bruno Reverberi.
Qual è il segreto? “Avendo mai promesso quello che sapevamo già in partenza di non poter dare, soprattutto agli sponsor, abbiamo sempre tenuto i piedi per terra e abbiamo dato credibilità”.
Puntare sugli italiani e sui giovani, la filosofia della squadra che ha visto crescere tra gli altri Cassani, Ciccone, Colbrelli. Al giro d’Italia due le maglie bianche conquistate dai ciclisti con meno di 25 anni di Bruno e Roberto Reverberi. E le 31 tappe vinte, più di ogni altro team: “Ne abbiamo fatte tante belle, un anno ne abbiamo vinte quattro, una cosa impensabile per una squadra come la nostra”.
Li sente ancora i ragazzi che sono diventati professionisti con lei? “Sì. spesso. Colbrelli, quando ha vinto, la Roubaix mi ha telefonato. Mi emoziono ancora a parlarne”. E non dimentica le difficoltà: “Fu difficile il periodo degli anni ’90 con la questione doping che si era generalizzata in tutte le società, un momento brutto da cancellare”.
Il Green team è pronto ad onorare anche la sua quarantesima corsa rosa: “Vincere una tappa al Giro, essere protagonisti come abbiamo fatto gli anni passati, l’anno scorso su 18 fughe eravamo presenti in 14, e con questo si dà visibilità allo sponsor. Corriamo come fosse una Champions League perché ci sono le squadre più forti al mondo”.
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