REGGIO EMILIA – Giunge al capolinea uno storico cinema che fra un anno avrebbe festeggiato i sessant’anni di attività. Era infatti il 1964 quando i Frati Minori Cappuccini di Reggio Emilia diedero vita al Cinema Cristallo. Lo scorso settembre l’attività non ha preso il via e ora è arrivato il timbro finale sullo stop delle proiezioni nella sala di via Ferrari Bonini.
Una chiusura motivata da un “contesto generale di crisi del consumo del cinema in sala“. Così spiegano in una nota i frati. Alla fine del 2010, al termine di lavori di ristrutturazione durati più di un anno, era cominciato il rilancio del Cristallo per dare seguito a una lunga esperienza di cicli di incontri basati sulla settima arte e pensato anche per tenere vivo un punto di aggregazione in un quadrante del centro storico, quello di Santa Croce, che conosce problemi di convivenza civile. Da allora, della programmazione e delle rassegne si era occupata la nuova gestione, affidata l’associazione dei cinema cattolici dell’Emilia Romagna. Alla sopravvivenza dell’attività non ha giovato la scomparsa del suo presidente, Luigi Lagrasta, avvenuta poco più di un anno fa.
I proprietari puntano il dito contro i rincari dei costi di gestione uniti alla concorrenza rappresentata dalle piattaforme digitali di film on demand. “Il mercato cinematografico italiano non sta recuperando i livelli pre-pandemici”, recita il comunicato nel quale i frati sottolineano il tipo di offerta proposta al pubblico, che era basata sul buon cinema. “Sebbene da parte nostra ci sia stato il tentativo di ottenere finanziamenti pubblici e privati, non sono state trovate soluzioni che ci permettano di tenere aperto questo luogo culturale”, viene specificato.
Per i due dipendenti che erano in forza all’attività, tra cui il proiezionista, il contratto a tempo indeterminato si è chiuso al termine del 2022. Ora la sala resterà semplicemente di tipo “parrocchiale”, a disposizione del convento dei cappuccini. L’unico locale per la visione di un film in centro storico resta dunque il cinema Al Corso, in corso Garibaldi. L’ultimo che proverà a resistere in un panorama che vede i proiettori di tutte le realtà diverse dalle multisala a rischio di spegnersi per sempre.
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