REGGIO EMILIA – Il Plenum del Csm ha deciso il trasferimento da Reggio Emilia del procuratore capo Marco Mescolini al termine di una istruttoria svolta “in modo approfondito” e “gli elementi raccolti, riportati nella motivazione della delibera, non evidenziano alcuna illogicità o contraddittorietà”. Di conseguenza, il ricorso presentato dal magistrato contro la delibera deve essere respinto.
La sentenza della sezione prima del Tar del Lazio non concede nulla alle argomentazioni di Mescolini. Il principale artefice delle indagini sulla criminalità organizzata in Emilia era stato sottoposto nel novembre 2020 a un procedimento per incompatibilità ambientale in seguito ad un esposto firmato da quattro sostituti procuratori, che lo accusavano di “avere perso credibilità e autorevolezza, apparendo all’esterno privo di indipendenza”.
Il procedimento era sfociato in un trasferimento per il quale, secondo Mescolini, mancavano i presupposti e le motivazioni. Per il Tar non è così, perché dopo la riforma del 2006, “il trasferimento d’ufficio è stato circoscritto alle sole ipotesi di incompatibilità ‘incolpevole'”. Di conseguenza, scrivono i giudici nella sentenza, “ciò che rileva è la situazione oggettiva ingenerata nell’ufficio e nell’ambiente, non la condotta dell’individuo”. Per le stesse ragioni, i giudici amministrativi hanno respinto il ricorso in quella parte in cui l’ex procuratore capo contestava i riferimenti a sue scelte investigative, cioè ad aspetti estranei, a suo dire, al tema dell’incompatibilità ambientale. Infine, Mescolini lamentava la decisione di trasferirlo non solo da Reggio Emilia, ma addirittura dall’Emilia Romagna. Una scelta che, però, secondo il Tar rientra “nell’ambito del corretto esercizio della discrezionalità” del Csm.
Mescolini era rappresentato nel giudizio dagli avvocati Franco Gaetano Scoca, Alessandro Gigli e Guglielmo Saporito. La sentenza può essere appellata di fronte al Consiglio di Stato.
Reggio Emilia Roma Csm Tar Procura di Reggio Emilia Marco Mescolini chat trasferimento PalamaraIl trasferimento dell’ex procuratore Mescolini, quando le accuse diventano prove. VIDEO