REGGIO EMILIA – Sono molte le famiglie che in questo periodo si trovano a dover fare i conti con la classificazione energetica del proprio edificio: avere una classe “bassa” significa spendere di più per le già salate bollette di gas e luce, ma gli interventi di riqualificazione energetica presentano a loro volta costi molto elevati.
Sul tema intervengono Cgil e Sunia, sindacato degli inquilini privati e degli assegnatari di edilizia pubblica, con una nota che chiede tempi adeguati e finanziamenti certi: “Se è vero che a Reggio Emilia il 77,8% degli immobili appare non in linea con i requisiti della normativa che l’Europa si appresta a varare, è vero anche che la situazione necessita di essere gestita senza aspetti “sanzionatori” per i cittadini. I tempi dettati, con il 2030 come data dei primi interventi, appaiono decisamente troppo stretti per consentire un adeguato piano di intervento. Inoltre, non è pensabile che gli oneri che scaturiranno dalla normativa ricadano interamente sui cittadini proprietari degli alloggi”.
Per Cgil e Sunia “occorre studiare un piano che preveda un solido e sostanzioso sistema di partecipazione pubblica per sostenere i cittadini che dovranno effettuare le opere di adeguamento energetico, con la garanzia che i fondi a disposizione vengano erogati in modo proporzionale, con un sistema che faccia corrispondere a minori fasce di reddito o indicatori familiari maggiore copertura economica, sapendo che il tema della riqualificazione riguardano tutto il Paese. La norma, in linea di principio, va nella giusta direzione, ma occorre garantire tempi e risorse adeguate perché il risultato sia effettivamente a beneficio di tutti”.