REGGIO EMILIA – “Far rientrare questo personale senza sapere nemmeno cosa fargli fare di preciso mi sembra uno spreco di soldi, è un problema”, dice il segretario della Flc Scuola della Cgil reggiana Silvano Saccani.
Di nuovo a scuola, ma non in classe. I docenti che non si sono vaccinati potranno essere utilizzati “per il servizio di biblioteca e documentazione, l’organizzazione di laboratori, il supporto nell’utilizzo degli audiovisivi e delle nuove tecnologie informatiche, le attività relative al funzionamento degli organi collegiali, dei servizi amministrativi e ogni altra attività deliberata nell’ambito del progetto d’istituto”.
Lo precisa una circolare del ministero dell’Istruzione diffusa per regolare il rientro in servizio di quanti non hanno accettato le vaccinazioni e che sono stati riammessi a scuola, senza però, di fatto poter entrare in classe né insegnare. Una casistica che in provincia di Reggio riguarda un centinaio di docenti. Le perplessità però non mancano, come riferisce la Cgil: “I sostituti di questo personale devono essere pagati con i fondi di istituto, fondi di istituto che sono già stati contrattati e destinati”, spiega Saccani.
“La condizione naturale di un docente è stare in aula con i propri studenti e tutti potrebbero farlo senza costituire un pericolo per nessuno, sottoponendosi a un tampone ogni 48-72 ore. Lavoreremo per correggere alcuni aspetti normativi che confliggono palesemente con il buon senso”, ha dichiarato nelle ultime ore il sottosegretario all’istruzione Rossano Sasso.
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