REGGIO EMILIA – Un’assemblea generale a porte chiuse con il segretario nazionale Maurizio Landini e quello regionale Luigi Giove: basta questo a fare intuire l’importanza dell’occasione per la vita interna della Camera del Lavoro di Reggio. Telecamere fuori e alla fine bocche cucitissime da parte di tutti, da Landini in giù. L’orizzonte è la preparazione della successione a Ivano Bosco, il sindacalista genovese che dal 7 marzo 2019 guida la Cgil reggiana. Proprio la relazione di Bosco è stata il faro dell’intero dibattito. Un intervento apprezzato da tutti, nel quale Bosco ha insistito sulla necessità di una maggiore coesione all’interno del gruppo dirigente. Chiamato a tenere le redini di una Camera del Lavoro spaccata esattamente a metà dopo la bocciatura della rielezione di Guido Mora, Bosco ha lavorato in questi 18 mesi per allentare le tensioni e appianare i contrasti. Ha ascoltato tutte le opinioni e ha cercato di mediare.
Alla luce degli esiti dell’assemblea, l’impressione è che la sua segreteria sia destinata a durare più del previsto. Anche se molti degli intervenuti hanno insistito sulla necessità che le diverse componenti facciano un passo indietro, per traghettare la Cgil reggiana in acque meno agitate serve ancora tempo. Nonostante il lavoro del segretario, a due anni di distanza dall’ultimo congresso le posizioni sembrano essersi cristallizzate e rimescolare le carte non sarà facile. Oggi come oggi, uscito di scena Bosco, si rischierebbe di precipitare di nuovo nella contrapposizione di fine 2018/inizio 2019. Le dimissioni di Bosco, insomma, non sono imminenti.
Reggio Emilia Cgil Maurizio Landini assemblea generale Camera del lavoro Ivano Bosco